REGIONI

VERDETTO: in quanto enti amministrativi territoriali con competenze specifiche in materia di tutela animale e gestione del territorio, si rende colpevole di:

  • omissione di atti di ufficio in materia di tutela della fauna selvatica e domestica
  • complicità istituzionale in omicidio volontario (caccia e altre attività)
  • complicità istituzionale in maltrattamento (inerzia sui controlli negli allevamenti)
  • mancanza di pianificazione territoriale a tutela della biodiversità animale
  • prioritizzazione di interessi particolaristici e antropocentrici sulla biodignità animale (economici, venatori, etc.)

 

MOTIVAZIONI:

  • Le Regioni, pur avendo competenze e responsabilità specifiche in materia di tutela animale, troppo spesso si limitano a compiti formali e burocratici, senza tradurre in azioni concrete e incisive il loro dovere di proteggere gli animali. Regioni che non stanziano fondi sufficienti per la tutela della fauna, Regioni che non organizzano controlli efficaci contro il bracconaggio e il maltrattamento animale, Regioni che non promuovono campagne di sensibilizzazione e di educazione al rispetto animale, Regioni che non intervengono in modo tempestivo e risolutivo in caso di emergenze ambientali e sanitarie che minacciano la vita e il benessere degli animali, eccetera, eccetera, eccetera! Questa omissione di atti di ufficio tradisce il mandato istituzionale delle Regioni, mina la credibilità delle istituzioni pubbliche, e lascia gli animali indifesi e vulnerabili di fronte allo sfruttamento e alla violenza specista.
  • Le Regioni, cedendo alle pressioni delle lobby venatorie e ignorando le istanze di protezione animale e di sicurezza pubblica, permettono che la caccia sia praticata in modo selvaggio e pericoloso, senza controlli efficaci, senza limiti stagionali e territoriali adeguati, senza sanzioni sufficientemente dissuasive per i trasgressori. Regioni che autorizzano calendari venatori eccessivamente lunghi e permissivi, Regioni che non investono in controlli territoriali adeguati per prevenire il bracconaggio e la caccia illegale, Regioni che non adottano misure di sicurezza efficaci per evitare incidenti di caccia, Regioni che minimizzano o ignorano le denunce di malagestione della caccia e di violenza venatoria, eccetera, eccetera, eccetera! Questa mala gestione della caccia rende le Regioni complici istituzionali di omicidi volontari a danno di animali e persino di esseri umani, mina la sicurezza pubblica, e perpetua una cultura di violenza e di impunità.
  • Le Regioni, chiudendo troppo spesso un occhio di fronte alla realtà cruenta degli allevamenti intensivi, non esercitano in modo adeguato il loro ruolo di controllo e di tutela del benessere animale, limitandosi a controlli formali e superficiali, senza verificare realmente le condizioni di vita degli animali e il rispetto delle normative in materia di benessere animale. Regioni che non organizzano controlli ispettivi frequenti e approfonditi negli allevamenti intensivi, Regioni che non investono in personale qualificato e indipendente per i controlli, Regioni che non applicano sanzioni dissuasive per gli allevatori trasgressori, Regioni che minimizzano o ignorano le denunce di maltrattamento animale negli allevamenti intensivi, eccetera, eccetera, eccetera! Questa inerzia sui controlli negli allevamenti rende le Regioni complici istituzionali del maltrattamento sistematico e istituzionalizzato degli animali, perpetua una realtà di sofferenza inaudita per milioni di animali, e mina la credibilità delle istituzioni pubbliche in materia di tutela animale.
  • Le Regioni, privilegiando interessi economici e antropocentrici a breve termine, trascurano la necessità imprescindibile di pianificare il territorio in modo sostenibile e rispettoso della biodiversità animale, ignorando le conseguenze devastanti della perdita di habitat naturali e della frammentazione degli ecosistemi sulla vita di milioni di animali e sull'equilibrio ecologico del territorio italiano e del pianeta. Regioni che non adottano piani urbanistici che limitino il consumo di suolo e la cementificazione, Regioni che non creano aree protette e corridoi ecologici sufficienti a garantire la sopravvivenza della fauna selvatica, Regioni che non promuovono pratiche di gestione del territorio sostenibili e rispettose della biodiversità, Regioni che favoriscono progetti infrastrutturali e industriali che devastano gli habitat naturali e minacciano la biodiversità animale, eccetera, eccetera, eccetera! Questa mancanza di pianificazione territoriale rende le Regioni complici della crisi ecologica planetaria, mina le basi stesse della vita sul nostro territorio e sul pianeta, e perpetua una visione antropocentrica e distruttiva del rapporto uomo-natura.
  • Le Regioni, guidate da una visione antropocentrica e utilitaristica dell'Italia, considerano gli animali solo come risorse da sfruttare o come ostacoli da rimuovere, senza riconoscere il loro valore intrinseco e il loro diritto alla vita e alla dignità. Regioni che autorizzano progetti industriali e infrastrutturali che devastano gli habitat naturali in nome dello sviluppo economico, Regioni che sostengono e finanziano attività zootecniche e venatorie intensive in nome della tradizione e del profitto, Regioni che ignorano o minimizzano l'impatto negativo di queste attività sulla biodiversità animale e sul benessere degli animali, Regioni che non adottano misure efficaci per tutelare gli animali selvatici e domestici dalle conseguenze di queste scelte antropocentriche, eccetera, eccetera, eccetera! Questa prioritizzazione di interessi particolaristici e antropocentrici tradisce il dovere istituzionale delle Regioni di tutelare l'interesse generale e il benessere di tutti i cittadini, umani e non umani, perpetua l'ingiustizia specista, e compromette il futuro dell'Italia, del pianeta e della vita.