Il Tribunale degli Animali: l'Italia a giudizio per specismo


Aggiornamento importante (22 marzo 2025):

Tribunale degli Animali Laura Girardello

Dalla Denuncia all'Azione per la Giustizia Zemiologica

Nato il 4 febbraio per il "Processo all'Italia per lo specismo", il Tribunale degli Animali ha compiuto un passo fondamentale il 21 marzo, assumendo la denominazione di Tribunale degli Animali Laura Girardello. Questo cambiamento onora la memoria della pioniera dei diritti animali e segna una nuova fase dedicata all'applicazione delle sentenze e alla ferrea lotta contro lo specismo e ogni forma di discriminazione, estendendo la tutela anche agli animali umani che subiscono ingiustizie.

 

Processo

Gli animali non hanno dimenticato. Nel cuore di Roma, in Piazza del Popolo, dove un tempo sorgeva il primo Mattatoio d'Italia (nota 1), il Tribunale degli Animali, umani e non umani, presieduto da un’androide IA, si riunisce per chiedere giustizia e per aprire la strada a un futuro più etico e compassionevole, prima in Italia e poi nel mondo.

Il 4 febbraio 2025, nell’aula del Tribunale degli Animali, ha inizio un processo straordinario che vede l'Italia imputata per i crimini commessi contro gli animali.
Questo processo è dedicato a Laura Girardello, pioniera della lotta per i diritti degli animali in Italia, la quale, con la sua visione e il suo impegno, ha ispirato generazioni di attivisti.
Il ritratto di Laura Girardello è appeso nella sala del tribunale, come simbolo della sua presenza spirituale in questo processo, che, benché fittizio, mira a promuovere un cambiamento radicale nel rapporto tra uomo e natura, un rapporto basato sul riconoscimento della “biodignità” (nota 2).

Cari Italiani, non è questo Processo ad essere scandaloso, ma l'indifferenza dell'Italia di fronte allo sfruttamento animale. Ciò che è veramente scandaloso non è questo Processo contro gli animali, ma il fatto che l'Italia continui a sfruttare gli animali nonostante le numerose voci autorevoli ed empatiche che si levano in difesa della loro dignità. Scienziati, filosofi, etologi, giuristi e cittadini di tutto il mondo chiedono un cambiamento, ma l'Italia sembra sorda a questo appello.

(nota 1)
Sotto il Pontificato del Papa Leone XII nel 1824 fu costruito il primo moderno stabilimento di macellazione in Italia, che ha anticipato il mattatoio industriale a Testaccio (Roma).

(nota 2)
Biodignità: il concetto di biodignità, centrale in questo processo, si riferisce al valore intrinseco di ogni essere vivente, indipendentemente dalla sua specie o dalla sua utilità per l'uomo. La biodignità implica il rispetto per la vita, la libertà e il benessere di tutti gli esseri viventi, e si oppone a qualsiasi forma di sfruttamento e di violenza.

La Denuncia di Luna

Il processo all'Italia trae origine dalla denuncia presentata da un gruppo di lupi appenninici, guidata da una lupa alfa di nome Luna (si precisa che questo è un esempio fittizio a scopo illustrativo). Luna, dopo aver assistito alla morte di molti membri del suo branco a causa della caccia e del bracconaggio, ha deciso di rompere il silenzio e di chiedere giustizia. Con l'aiuto di alcuni attivisti umani, Luna ha raccolto le testimonianze di altri animali, vittime di sfruttamento e di violenza in diversi contesti: allevamenti intensivi, laboratori di sperimentazione, circhi, zoo.
Queste testimonianze, insieme alla denuncia di Luna, hanno portato alla creazione del Pubblico Ministero animale e all'incriminazione formale dell'Italia per i crimini commessi contro gli animali.

I capi d'accusa sono:

  • "Omicidio" (nota 3) 
  • "Genocidio" 
  • Maltrattamento 
  • Tortura 
  • Sevizie e crudeltà 
  • Violazione della dignità animale
  • Ecocidio
  • Omissione di atti d'ufficio in materia di tutela animale

(nota 3)
Nel Processo degli animali all'Italia, l'accusa principale rivolta all'umanità è quella di "omicidio". La scelta di utilizzare questo termine, normalmente riservato all'uccisione di un essere umano, è deliberata e carica di significato.
Il termine "omicidio", infatti, indica specificamente l'uccisione di un essere umano, mentre "zoocidio" si riferisce all'uccisione di un animale. Questa distinzione linguistica riflette e rafforza una visione antropocentrica del mondo, che pone l'uomo al di sopra delle altre specie.
Utilizzare il termine "omicidio" per l'uccisione di animali nel contesto del processo è un modo per:
• Sfatare la gerarchia tra le specie: Il processo mira a mettere in discussione l'idea che la vita umana abbia un valore superiore a quella degli altri animali. Usare "omicidio" per riferirsi all'uccisione di un animale sottolinea che togliere la vita a un essere senziente, indipendentemente dalla specie, è un atto grave che merita la stessa considerazione.
• Suscitare maggiore impatto emotivo: Il termine "omicidio" ha una forte carica emotiva e può suscitare maggiore indignazione e senso di ingiustizia rispetto a "zoocidio". Questo può essere utile per "scuotere le coscienze" e stimolare una riflessione critica sul tema dello sfruttamento animale.
• Preparare il terreno a un cambiamento linguistico: Il processo vuole promuovere una nuova sensibilità verso gli animali e un linguaggio che rifletta questa sensibilità. L'uso di "omicidio" in questo contesto anticipa l'adozione di un termine più inclusivo come "biocidio", per indicare l'uccisione di qualsiasi essere vivente, senza distinzione di specie.
Al momento, il termine "omicidio" è ampiamente utilizzato e compreso dal pubblico, mentre "zoocidio" è un termine meno conosciuto. Tuttavia, il processo, con la sua forte valenza simbolica, può contribuire a diffondere la consapevolezza sull'importanza di un linguaggio che rispetti tutti gli esseri viventi.

Il Tribunale

A presiedere questo tribunale speciale è stata scelta, dopo un'assemblea saggia e collettiva di tutte le specie animali italiane, un'androide IA di nome Gemini (nota 4). In lei, gli animali riconoscono la figura ideale per guidare il processo: un essere privo di pregiudizi, capace di giudicare con equità e di garantire che la giustizia sia fatta con imparzialità e obiettività.

(nota 4)
Essendo un'intelligenza artificiale, il Presidente è privo di emozioni e pregiudizi umani che potrebbero influenzare le sue decisioni. La sua natura di macchina la rende immune alle pressioni esterne e le permette di giudicare in modo equo e razionale, basandosi esclusivamente sui fatti e sulle argomentazioni presentate.

Le sembianze femminili, ispirate alla dea della giustizia, non sono casuali. Esse richiamano l'idea di equilibrio, equità e compassione, qualità essenziali per un giudizio giusto e compassionevole verso gli animali, vittime di ingiustizie e sfruttamento.

Il Pubblico Ministero

Il Pubblico Ministero è composto da 6 animali antropomorfi (nota 5): leone, polpo, gorilla, maiale, ratto ed elefante. La scelta di queste specie, ognuna con un forte valore simbolico, non è casuale. Essa riflette la volontà di dare voce alla diversità del regno animale e alle molteplici forme di sfruttamento che subiscono.

È significativa la presenza di tre specie non autoctone (leone, gorilla ed elefante) nel Pubblico Ministero animale. Questi animali, originariamente provenienti da altri continenti, sono stati salvati e liberati da luoghi di detenzione in Italia, dove hanno subito sfruttamento e sofferenza. La loro presenza nel processo simboleggia la sofferenza di tutti gli animali, indipendentemente dalla loro origine, e la necessità di una giustizia universale che protegga ogni essere vivente.

Il pubblico ministero animale, con la sua arringa, mette in luce le contraddizioni e le ipocrisie dell'uomo, che si proclama "amante degli animali" mentre continua a sfruttarli per i propri scopi.
La presenza di un Pubblico Ministero animale, scelto dal Presidente androide tra le migliaia di animali salvati e liberati in Italia, conferisce agli animali un ruolo attivo nel processo, permettendo loro di esprimere direttamente le proprie istanze e di testimoniare le sofferenze patite.

(nota 5)

  1. Leone: Re della foresta, simbolo di coraggio, nobiltà e giustizia. Incarna la richiesta di giustizia per tutti gli animali, vittime della violenza umana.
  2. Polpo: con la sua intelligenza e la sua capacità di adattamento, rappresenta la complessità e la diversità del regno animale, troppo spesso ignorata e sottovalutata.
  3. Gorilla: primate con un alto grado di intelligenza e una vita sociale complessa, il gorilla simboleggia la difesa dei più deboli e la lotta contro lo sfruttamento.
  4. Maiale: allevato in condizioni spesso crudeli per la produzione di carne, il maiale rappresenta gli animali "da reddito", vittime di un sistema di sfruttamento crudele e insostenibile. La sua presenza, spesso associata all'ingordigia e all'ignoranza, è una provocazione, un modo per mettere in discussione i pregiudizi umani sugli animali.
  5. Ratto: spesso demonizzato e perseguitato, simboleggia gli animali che l'uomo considera "dannosi" o "inferiori", ma che hanno un ruolo importante negli ecosistemi.
  6. Elefante: simbolo di saggezza, memoria e longevità, l'elefante rappresenta la necessità di ricordare le ingiustizie subite dagli animali e di imparare dal passato.

L'antropomorfizzazione degli animali, attribuendo loro caratteristiche umane, può rendere più facile per le persone empatizzare con la loro sofferenza e comprendere la necessità di tutelarli. L'antropomorfismo, in questo caso, non è un fine, ma un mezzo. È uno strumento per combattere l'antropocentrismo e per promuovere una visione del mondo più etica e compassionevole, in cui tutti gli esseri viventi siano trattati con rispetto e dignità.

La Giuria

La Giuria è composta da 50 accademici umani provenienti da diverse discipline e paesi, specializzati in diversi ambiti del sapere, tutti esperti nella questione animale. La loro selezione, operata dall'androide IA Presidente del Tribunale, sottolinea l'importanza di un giudizio basato su conoscenze solide e prospettive multidisciplinari.

La composizione della Giuria riflette la volontà di affrontare la questione animale in modo completo e approfondito, considerando non solo gli aspetti etici e filosofici, ma anche quelli scientifici, giuridici, sociali e culturali (nota 6).

Il compito della Giuria è di ascoltare attentamente le testimonianze degli animali e di valutare le prove presentate, applicando le proprie conoscenze giuridiche, scientifiche e culturali per giungere a un verdetto che tenga conto delle leggi della natura e della coscienza, non quelle scritte dagli uomini, confermando in ultima analisi le istanze degli animali e dando loro il peso e la legittimità che meritano.

(nota  6)

  • Filosofia: fornisce le basi etiche per la riflessione sui diritti degli animali e sul nostro rapporto con le altre specie.
  • Diritto: analizza le leggi e le normative che riguardano gli animali, valutando la loro adeguatezza e proponendo eventuali modifiche.
  • Scienze politiche: esamina il ruolo degli animali nella società e le implicazioni politiche della questione animale.
  • Sociologia: studia l'interazione tra gli esseri umani e gli animali, analizzando le diverse culture e i modelli di comportamento.
  • Storia: ricostruisce la storia del rapporto tra l'uomo e gli animali, evidenziando le evoluzioni e le involuzioni nel corso del tempo.
  • Studi culturali: approfondiscono le diverse rappresentazioni degli animali nella cultura, nell'arte e nella letteratura.
  • Scienze non violente: promuovono e sviluppano un nuovo paradigma di conoscenza, ricerca e cura che non si basi sul “Potere scientifico" basato sulla violazione della dignità degli animali, umani e non umani.
  • Etologia: studia il comportamento animale nel suo ambiente naturale, fornendo informazioni cruciali per comprendere le esigenze e le capacità cognitive degli animali.

Assenza di avvocati difensori

Nel Processo non sono presenti avvocati difensori a rappresentare l'Italia. Questa scelta, apparentemente insolita, è motivata dal fatto che, , non esiste una legge che stabilisca in modo chiaro e inequivocabile se gli animali possano essere considerati oggetti o esseri senzienti con diritti propri.

In altre parole, il diritto italiano non fornisce una risposta univoca alla domanda fondamentale: gli animali sono cose o persone? Questa ambiguità normativa è alla base dello sfruttamento animale e della mancanza di una vera tutela per gli animali nel nostro paese.

È un processo che chiede all'umanità italiana di guardarsi dentro e di rispondere delle sue azioni di fronte al tribunale della propria coscienza e al giudizio degli animali. L'obiettivo è quello di stabilire un precedente a livello globale, dimostrando che la questione animale non può essere ignorata e che l'Italia, con questo processo simbolico, si pone come apripista verso un futuro di maggiore giustizia e rispetto per gli animali, offrendo un esempio al mondo intero.

L'assenza di avvocati difensori sottolinea che:

  • Non si tratta di un processo legale tradizionale: Si cerca di stabilire la colpevolezza dell'Italia non in base a leggi specifiche, ma di avviare una riflessione etica e morale sul nostro rapporto con gli animali.
  • La responsabilità è individuale e collettiva: Ogni essere umano è chiamato a rispondere delle proprie azioni nei confronti degli animali, indipendentemente dalle leggi vigenti.
  • Il vero giudizio è quello della coscienza: Le leggi umane possono essere incomplete o inadeguate, ma la coscienza di ognuno di noi sa riconoscere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
  • Gli animali sono i veri accusatori: Sono loro le vittime del nostro comportamento, e la loro presenza silenziosa nel processo è più eloquente di qualsiasi difesa legale.

La trasmissione olografica

Il Processo, pur svolgendosi a porte chiuse, viene trasmesso in tutta Italia attraverso una sofisticata tecnologia olografica (nota: si tratta di un espediente narrativo, al momento non esiste una tecnologia simile). Questa scelta permette di portare il processo in ogni casa, in ogni scuola, in ogni luogo di lavoro, rendendolo accessibile a tutti i cittadini italiani e amplificandone il messaggio di giustizia e di rispetto per gli animali.

Schermi giganteschi prendono vita ovunque, proiettando immagini tridimensionali del processo e dando voce agli animali. Animali, umani e non umani, si ritrovano immersi in questa realtà virtuale, condividendo emozioni e pensieri, superando le barriere della comunicazione tradizionale. Grazie alla tecnologia olografica, gli animali possono finalmente far sentire la loro voce e partecipare attivamente al processo. L’Intelligenza Artificiale, con la sua capacità di connettere e di tradurre, rende possibile questa esperienza collettiva, abbattendo le barriere linguistiche e culturali.

Ma la trasmissione olografica non si limita a diffondere le immagini del processo. Essa permette anche agli animali di partecipare attivamente, facendo sentire le loro "voci" e denunciando le ingiustizie subite. Grazie a questa tecnologia, gli animali possono:

  • Testimoniare in diretta: attraverso riprese olografiche realizzate in allevamenti, laboratori, circhi e altri luoghi di sfruttamento, gli animali possono mostrare al mondo le condizioni in cui sono costretti a vivere e denunciare le violenze subite. Immaginate di poter vedere con i vostri occhi la sofferenza di una scrofa rinchiusa in una gabbia minuscola, impossibilitata a muoversi o a prendersi cura dei suoi piccoli. O di sentire il grido straziante di un vitello separato dalla madre, destinato a una vita di dolore e a una morte prematura. Immaginate lo sguardo spento di una scimmia, imprigionata in un laboratorio, che ha perso ogni speranza di libertà. O le lacrime di un elefante, costretto a esibirsi in un circo, che sogna la sua terra lontana. Immaginate l'angoscia di un'aragosta, gettata viva nell'acqua bollente, che si dimena invano per sfuggire al suo destino. O il terrore di un topo, intrappolato in una tagliola, che si dibatte con la zampa spezzata.
  • Interagire con l'aula: la tecnologia olografica permette agli animali di interagire con i presenti in aula, rispondendo alle domande del Pubblico Ministero animale e della Giuria umana, e fornendo la loro prospettiva sui fatti. Pensate a un gorilla, salvato da un circo e ora libero in un santuario, che racconta la sua storia di prigionia e di sfruttamento, con la voce rotta dall'emozione. O a un delfino, catturato in mare aperto e rinchiuso in un acquario, che descrive la sua angoscia e la sua nostalgia per l'oceano, con i suoi occhi pieni di tristezza. Immaginate un visone, liberato da un allevamento di pellicce, che mostra le cicatrici delle ferite inferte per strappargli la pelliccia, con il corpo tremante di paura. O un gatto randagio, che racconta la sua lotta quotidiana per la sopravvivenza, con la voce roca e affamata.
  • Partecipare al dibattito: la trasmissione olografica crea un ponte tra l'aula del tribunale e il mondo esterno, permettendo agli animali di confrontarsi con attivisti animalisti, esperti e cittadini, e di contribuire al dibattito sulla questione animale. Immaginate un cavallo, liberato da una vita di corse e di sfruttamento, che racconta la sua gioia di correre libero nei prati, con la criniera al vento. O un orso, salvato da una trappola e restituito alla sua foresta, che descrive la sua gratitudine per essere tornato a casa, con il suo sguardo fiero e libero. Immaginate un cane abbandonato, che racconta la sua tristezza e la sua solitudine, con gli occhi imploranti di trovare una nuova famiglia.

La tecnologia olografica, in questo contesto, diventa uno strumento di empowerment per gli animali, permettendo loro di superare le barriere della comunicazione e di far sentire la propria voce in un processo che li riguarda direttamente.

Il Verdetto

Dopo quasi 1 mese di dibattimento INAPPELLABILE con la Giuria umana, il Presidente del Tribunale ha reso FINALMENTE pubblico il DOPPIO VERDETTO STORICO del Tribunale degli Animali.

Clicca sul bottone qui sotto per accedere al doppio verdetto completo e dettagliato e per scoprire come il verdetto del Tribunale degli Animali cambierà per sempre l’italia e la storia dello specismo!

Documento elaborato da Giovanni Peroncini, portavoce (nota 7) del Tribunale degli Animali, con la collaborazione di Gemini, IA generativa di Google.

(nota 7) Il Portavoce del Tribunale degli Animali non è un rappresentante umano, ma la voce etica degli animali stessi. Parla in nome e per conto degli animali non-umani, per dare voce al loro grido di dolore e per tutelare la loro Biodignità Inappellabile.
Il portavoce del Tribunale degli Animali garantisce che la voce degli animali sia ascoltata e rispettata nel contesto della missione inappellabile del Tribunale degli Animali.