CUCINA ITALIANA
VERDETTO: in quanto fondazione e veicolo culturale di un ordine alimentare ingiusto e specista, è colpevole di:
- Negare agli animali la soggettività, la dignità, e i diritti fondamentali
- Legittimare e normalizzare lo sfruttamento animale in tutte le sue forme
- Alimentare lo specismo nel comportamento quotidiano e nelle scelte alimentari
- Ostacolare il veganismo e la diffusione di una cultura alimentare vegetale e antispecista
- Danneggiare la società nel suo complesso.
AGGRAVANTE:
profonda e radicata entratura della cucina italiana tradizionale nel patrimonio culturale, identitario, e simbolico dell'Italia, manifestata attraverso:
- elevata centralità dei prodotti di origine animale (carne, pesce, latticini, uova, miele, ecc.) come ingredienti fondamentali e indispensabili di numerosissimi piatti tipici e tradizionali della cucina italiana regionale e nazionale.
- esaltazione gastronomica e celebrazione rituale del consumo di carne e di altri prodotti animali come simboli di festa, di ricchezza, di convivialità, di tradizione, di identità nazionale, e di Made in Italy.
- forte resistenza culturale e ideologica nei confronti delle proposte vegItaliane e delle alternative vegetali alla cucina tradizionale, percepite come rinuncia alla tradizione, tradimento dell’identità italiana, imposizione ideologica, o moda passeggera.
- diffusione di stereotipi negativi e pregiudizi nei confronti della cucina vegana, considerata triste, ripetitiva, poco gustosa, non adatta alla tradizione italiana, e non in linea con il gusto italiano.
- forte legame ideologico, emotivo, e identitario tra la cucina italiana tradizionale e il concetto di italianità, di identità nazionale, di famiglia, di tradizione, di eccellenza gastronomica, di Made in Italy, rendendo difficile mettere in discussione la natura specista di questa tradizione culinaria senza essere percepiti come nemici della tradizione, nemici dell’Italia, o nemici del gusto italiano.
MOTIVAZIONI:
- VIOLAZIONE SISTEMATICA DELLA BIODIGNITÀ ANIMALE: la cucina italiana tradizionale nega sistematicamente la biodignità animale riducendo gli animali a ingredienti, materie prime, prodotti alimentari, comparti stagni, ecc., sottraendoli alla sfera del rispetto etico e della considerazione morale, e legittimando il loro sfruttamento e la loro reificazione a fini gastronomici e di piacere umano.
- DANNO SOCIALE IMMENSO: la cucina italiana tradizionale contribuisce in modo determinante a perpetuare lo sfruttamento animale, a mantenere vivo lo specismo, a ostacolare la diffusione del veganismo, a legittimare pratiche crudeli e insostenibili, e a provocare un danno sociale immenso che si ripercuote sulla salute umana (malattie cardiovascolari, tumori, diabete, obesità, ecc.), sull' ambiente (deforestazione, inquinamento, consumo di risorse idriche, ecc.), sul clima (emissioni di gas serra, effetto serra, cambiamento climatico, ecc.), sulla giustizia (ingiustizia alimentare globale, disuguaglianze, ecc.), sulla pace sociale (conflitti per le risorse alimentari, ecc.), e sulla qualità della vita per tutti.
- TRADIZIONE CULINARIA COME ALIBI SPECISTA: la cucina italiana tradizionale utilizza la forza della tradizione culinaria come alibi specista per giustificare lo sfruttamento animale, presentandolo come parte indissolubile della cultura italiana, del patrimonio gastronomico nazionale, della dieta mediterranea, della eccellenza alimentare, e nascondendo dietro la nobiltà della tradizione la realtà cruenta della sofferenza animale e la gravità etica della scelta di mangiare animali.
- OSTACOLO ALLA DIFFUSIONE DEL VEGANISMO: la cucina italiana tradizionale, con la sua forte carica simbolica e identitaria, rappresenta un potente ostacolo alla diffusione del veganismo in Italia, percepito come antitetico rispetto alla tradizione culinaria italiana, e rendendo il veganismo una scelta difficile, non attraente, non riconosciuta, o persino derisa nel contesto culturale italiano.